E all’improvviso arriva l’amore (2023) USA di Rebecca Miller
Il compositore Steven Lauddem ha un bloccato creativo e non riesce a terminare la partitura della sua opera. Su richiesta della moglie Patricia, già sua terapeuta, parte alla ricerca di ispirazione, trovando molto più di quanto si aspettasse.
Rebecca Miller, nota per i suoi precedenti drammi come Personal Velocity: Three Portraits e Jack & Rose, tenta di riproporre la formula della commedia romantica. Tuttavia, il risultato è un film confuso e insoddisfacente, che manca di coerenza e profondità emotiva. Nonostante un cast importante la pellicola si perde in una trama caotica e forzatamente bizzarra.
Miller introduce rapidamente i suoi personaggi, ma il problema principale è che ogni loro azione appare estremamente artificiosa. Ogni decisione sembra progettata solo per inserire una dose di romanticismo assurdo, rendendo la storia poco credibile. Il compositore in crisi, interpretato da Dinklage, che passa da una profonda depressione a un’avventura con una capitana di barca/stalker in un battito di ciglia, sembra un’idea più stravagante che emozionante. Questa combinazione di ruoli bizzarri e situazioni estreme si traduce in un pasticcio di eventi scollegati, che difficilmente suscitano empatia nello spettatore.
La colonna sonora di pianoforte costante cerca di dare un tono poetico a un film che oscilla maldestramente tra il dramma e la commedia assurda, senza mai riuscire a trovare un equilibrio. Il rapporto tra Steven e Katrina, ad esempio, è poco sviluppato e le loro emozioni sembrano emergere dal nulla, lasciando il pubblico disorientato.
Nonostante le buone intenzioni del cast, che evidentemente si diverte a interpretare queste caricature di personaggi, il film fallisce nel coinvolgere davvero lo spettatore. Le battute efficaci sono poche e, nel complesso, il film sembra più una collezione di situazioni surreali che una storia coerente e appagante.