Bob Marley – One love

Il nostro parere

Bob Marley – One love (2024) USA di Reinaldo Marcus Green


Dalla scalata al successo all’impegno politico, la vita del famoso cantautore giamaicano Bob Marley, che ha saputo superare le avversità e creare una musica rivoluzionaria capace di cambiare il mondo.


“Bob Marley: One Love” è un film che, nonostante l’intento di celebrare una delle figure più iconiche della musica, lascia più perplessità che soddisfazione. La narrazione, centrata sugli ultimi anni di vita di Marley, tra il 1976 e il 1978, si focalizza su eventi cruciali come l’attentato che subì in Giamaica e il concerto di pace “One Love” del 1978. Tuttavia, il film finisce per dipingere un ritratto eccessivamente agiografico del musicista, sopravvalutandone il ruolo in un periodo politico estremamente complesso.

Nel 1978, Marley fu protagonista di un evento storico: durante il concerto “One Love Peace Concert”, riuscì a unire sul palco i due leader politici rivali della Giamaica, Michael Manley e Edward Seaga. Questo gesto, pur essendo significativo e simbolico, viene trattato nel film come un momento quasi messianico, enfatizzando il potere di Marley come unificatore in una maniera che rischia di semplificare troppo le dinamiche politiche dell’epoca. Marley fu senza dubbio un’icona culturale e politica, ma il film tende a glorificare il suo impatto, trascurando le complessità della situazione giamaicana e la realtà che il conflitto politico era molto più radicato e profondo di quanto una singola figura, per quanto carismatica, potesse risolvere.

Inoltre, “One Love” sembra schivare deliberatamente le ombre che inevitabilmente accompagnano una figura così grande. È interessante notare che tra i produttori del film ci sono i figli di Marley, tra cui Ziggy Marley, il che solleva interrogativi sulla possibilità di una narrazione influenzata da un desiderio di preservare l’immagine paterna. Questa partecipazione familiare potrebbe aver contribuito a una rappresentazione che evita accuratamente i lati più controversi della vita di Marley, come i suoi rapporti turbolenti e la sua complessa vita personale. Il risultato è un ritratto che sembra più interessato a canonizzare Marley che a esplorare le contraddizioni e le sfumature che lo rendevano un essere umano completo.

Nonostante il talento del cast, con Kingsley Ben-Adir che si impegna a incarnare Marley e una straordinaria Lashana Lynch nel ruolo di Rita Marley, il film non riesce a sfuggire alla sensazione che sia una versione sterilizzata della realtà. Il contesto politico, i traumi personali di Marley, e persino la sua lotta contro il cancro sono trattati in modo superficiale, con la narrazione che sembra esitare ad addentrarsi nelle zone d’ombra del personaggio.

 

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