La bambola di carne

Il nostro parere

La bambola di carne (1919) GER di Ernst Lubitsch


Atterrito da un’orda di nubili vogliose, Lancelot, inibito baronetto, è costretto al matrimonio da uno zio malatissimo. Accetta di portare all’altare una bambola meccanica, l’esatto “doppio” di Ossi, figlia di Hilarius, artefice di automi e robot. La vera Ossi prende il suo posto, innescando buffi equivoci a catena.


“La bambola di carne” è un’opera che, pur non raggiungendo il livello di capolavoro, riesce comunque ad essere delizioso. La trama, che ruota attorno all’ingenuità del protagonista Lancelot e alla complicità dello spettatore, è ricca di colpi di scena e mantiene un ritmo vivace sin dall’inizio.

Il film si distingue per la sua capacità di combinare elementi di slapstick e satira, prendendo di mira con ironia vari aspetti della società e della vita monastica. Lubitsch, con il suo tocco leggero e arguto, riesce a far ridere senza mai cadere nella volgarità, offrendo una critica velata ma efficace delle convenzioni sociali e religiose dell’epoca.

La performance degli attori è degna di nota, soprattutto quella del giovane apprendista e di Ossi, che brillano per la loro comicità e la capacità di giocare con i ruoli assegnati. La loro interazione dinamica e la vivace interpretazione dei personaggi aggiungono profondità e vivacità al film.

Lubitsch gioca con i monaci che, nella loro astinenza, guardano con lussuria anche solo un essere femminile artificiale. Gioca al matrimonio con i nobili e, naturalmente, con il nipote del barone, il suo futuro marito, che viene continuamente richiamato all’ordine da lei.

All’epoca, Lubitsch stesso veniva criticato per cadere troppo spesso nel farsesco con questo semplice intento. D’altro canto, è proprio questo modo disinvolto di fare slapstick che rende i lavori del periodo muto sempre degni di essere visti.

Gli appassionati del cinema muto dovrebbero sicuramente dare un’occhiata a “Die Puppe”. Lubitsch stesso ha sottolineato che questo lavoro era uno dei suoi preferiti nella sua intera carriera. Non definirei il risultato del film in questione un capolavoro, ma è certamente un film affascinante e riuscito. E grazie all’idea di base senza tempo, la storia funziona ancora bene anche oggi

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email