Emily

Il nostro parere

Emily (2023) UK di Frances O’Connor


La biografia immaginaria di una delle scrittrici e poetesse più famose della storia, Emily Brontë. L’artista, che lotta per essere libera, trova l’amore prima di scrivere il suo romanzo, “Cime tempestose”.


Il debutto alla regia dell’attrice diventata cineasta Frances O’Connor si basa sulla tesi che Emily Brontë abbia scritto “Cime tempestose”, il suo unico romanzo, perché in pratica lo ha vissuto: una storia d’amore intensa e ostacolata, apparenti comunioni con fantasmi, comportamenti trasgressivi (qui inclusi alcool, droghe e un tatuaggio) e una morte prematura derivano tutti dalla sua tragica storia personale. Si prevedono sguardi perplessi da parte degli studiosi di Brontë, poiché O’Connor ha creato il suo “mondo immaginario” della più selvaggia delle tre sorelle, il cui successo letterario ha da tempo superato le loro vite tristemente brevi.

Le preoccupazioni etiche riguardanti la mescolanza di fantasia e realtà sono comprensibili – l’interpretazione “fiabesca” di O’Connor probabilmente non raggiungerà molti spettatori. La vera domanda è se tali finzioni gettino luce sulla verità emotiva del soggetto. Sarebbe più illuminante se, come ampiamente supposto, Emily Brontë non avesse mai sperimentato personalmente il romanticismo ma fosse comunque riuscita a produrre un romanzo febbrile e appassionato come “Cime tempestose”? O ci sentiremmo di comprenderla meglio se pensassimo che fosse stata ispirata da una relazione con un uomo di Dio?

Proprio un’unione proibita, non basata su fatti reali, sostiene “Emily”, quando il sofisticato ma emotivamente immaturo curato William Weightman arriva nelle brughiere spazzate dal vento. Il severo padre reverendo di Emily, che esige una copia della raffinata sorella maggiore Charlotte, incarica Weightman di migliorare il suo francese. Inizialmente irritato dalle sfide di Emily alla sua fede religiosa indiscussa, Weightman è presto tentato dalla sua visione ribelle, dai suoi fascini saturnini e dalla sua poesia carnale.

Il direttore della fotografia Nanu Segal utilizza una serie di tocchi moderni, spesso girando a mano libera e usando luce naturale o a lume di candela. Ma niente di tutto ciò riesce a scaldare la chimica tiepida della coppia o a rendere più convincenti i loro cambiamenti di cuore improvvisi. Infatti, l’abitudine di O’Connor di sovrapporre la colonna sonora classica di Abel Korzeniowski all’azione, spesso soffoca le connessioni emotive tra gli amanti. Nel frattempo, scene molto più intriganti delle rivalità tra fratelli sono relegate ai margini.

Fortunatamente, centrale in tutto – letteralmente, dato che O’Connor scruta l’attore al centro di quasi ogni inquadratura – è l’interpretazione impegnata e intensa di Emma Mackey. La rappresentazione della vita interiore di Emily da parte di Mackey è avvincente per tutta la durata, in particolare quando sfida Branwell e, successivamente, Charlotte (in francese, la lingua madre di Mackey). In questi momenti, la riscrittura creativa della verità emotiva di Emily raggiunge le altezze cui aspira.

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